Siracusa, difendere la bellezza costa caro. Legambiente condannata a pagare

Diciottomila euro di spese processuali travolgono il circolo di Legambiente a Siracusa per aver tentato di impedire la costruzione di un centro commerciale a due passi da un sito archeologico patrimonio dell’Unesco

siracusa

Difendere l’immenso patrimonio ambientale e culturale del paese dai continui attacchi a cui è sottoposto da più fronti, è un impegno a cui Legambiente si dedica nei territori con la forza e la dedizione di migliaia di volontari in tutta Italia. Quello che Legambiente difende appartiene a ognuno di noi, è la nostra storia, la nostra bellezza, il nostro futuro.
Ma non tutti la pensano così. Non a Siracusa dove, dopo varie fasi processuali, la Cassazione, con una decisione che lascia sconcertati e che non ha precedenti nei confronti di associazioni di volontariato, ha condannato Legambiente Sicilia al pagamento delle spese processuali, 18.000 euro, per avere difeso le Mura Dionigiane e il Castello Eurialo dalla costruzione di un enorme centro commerciale. La concessione edilizia per questo scempio, pur in contrasto con il piano regolatore ed i vincoli archeologici ed in un primo momento negata, è stata alla fine rilasciata in virtù di un silenzio – assenso, in circostanze ancora da chiarire e su cui la Procura di Palermo e di Siracusa stanno indagando.

18.000 euro sono una spesa insostenibile per una associazione di volontariato. Per questo vi chiediamo di sostenere la raccolta fondi per aiutare Legambiente Sicilia a estinguere il debito.

Per contribuire Codice Iban: IT56B0200804610000102308987

Più grande sarà la partecipazione, più forte arriverà il messaggio ai distruttori di bellezza: non vi lasceremo agire industurbati!

 

L’appello di Legambiente Siracusa

Quanto costa oggi difendere la Bellezza a Siracusa? La risposta è: 18.000 euro. A tanto ammonta la condanna alle spese legali inflitta a Legambiente Sicilia per avere difeso le Mura Dionigiane e il Castello Eurialo dalla costruzione di un centro commerciale e le casse del Comune (e quindi di tutti i siracusani) da un risarcimento senza precedenti.
Dopo essere intervenuta nelle diverse sedi giudiziarie per contrastare la realizzazione del centro commerciale che sfigura le grandi vestigia della fortificazione greca, Legambiente Sicilia in una delle sue numerose iniziative per evitare questa aggressione alle risorse della città, ha impugnato dinanzi alla Corte di Cassazione la sentenza con la quale il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia (C.G.A.R.S.) aveva condannato il Comune a pagare il risarcimento del danno in favore della società Open Land per avere in un primo momento negato l’autorizzazione a realizzare un centro commerciale sulla Balza di Epipoli, a due passi da una delle aree più delicate del patrimonio monumentale archeologico siciliano.
Legambiente si è caricata la responsabilità civile di contrastare, a fianco del Comune, un enorme esborso di risorse pubbliche per il danno che il Comune avrebbe causato all’Open Land per avere inizialmente rigettato un’istanza di concessione edilizia che, come ha riconosciuto il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia (C.G.A.R.S.), “non avrebbe potuto in alcun modo essere accolta difettando in radice i presupposti urbanistici per il suo legittimo rilascio” (Sentenza n. 605/13 del 20.06.13) ma che in seguito è stata rilasciata per silenzio – assenso. Nelle diverse fasi del processo, IL CONTRIBUTO DEGLI ESPERTI E DEGLI AVVOCATI DI LEGAMBIENTE E’ STATO DECISIVO PER FARE RIDIMENSIONARE LE PRETESE RISARCITORIE DELLA SOCIETA’ (QUASI 35 MILIONI DI EURO) PER OLTRE SEDICI MILIONI.
Respingendo il ricorso la Cassazione, con una decisione che lascia sconcertati e che non ha precedenti nei confronti di associazioni di volontariato, ha condannato Legambiente Sicilia al pagamento delle spese processuali per l’importo di 12.000 euro oltre accessori (di qui i 18.000 euro), dei quali il gruppo che pretende il risarcimento milionario ha subito intimato il pagamento.
Siamo al summum jus summa injuria: la concessione edilizia per la costruzione di un enorme centro commerciale pur in contrasto con il piano regolatore ed i vincoli archeologici rilasciata in virtù di un silenzio – assenso formatosi per circostanze ancora da chiarire.
Senza contare che è ancora pendente sempre dinanzi al giudice amministrativo un altro contenzioso in cui Legambiente è costituita a difesa dello stesso importantissimo sito archeologico dalla possibile costruzione di un complesso edilizio (70 ville!), nel quale è stata avanzata nei confronti della Regione Siciliana una richiesta di risarcimento di oltre 200 milioni di euro per avere negato la Soprintendenza il rilascio del nulla-osta.
In tutti questi anni Legambiente Sicilia, con il supporto del suo Centro di Azione Giuridica (avvocati ed esperti che prestano il loro lavoro in favore dell’associazione) è stata in prima linea nel denunciare le illegalità ambientali e nel difendere il territorio e la salute dei cittadini da opere inutili e dannose.
Chiunque è in grado di capire che PER UN’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO L’ESBORSO DI 18.000 EURO E’ UN ONERE GRAVOSISSIMO: rischia di metterla in ginocchio, di comprometterne le attività correnti e ipotecarne il futuro, scoraggiando le concrete efficaci azioni di tutela che preoccupano chi opera contro il Bel Paese. Questa condanna, che riteniamo ingiusta e sproporzionata, rischia di impedire a Legambiente Sicilia di sostenere le mille battaglie in cui sono impegnati su tutto il territorio regionale i propri circoli, per primi quelli di Siracusa, Priolo Gargallo, Augusta e Melilli Ragusa, Modica, Messina, Capo d’Orlando, Caltanissetta, Enna, Agrigento, Trapani, Palermo che insieme a associazioni e comitati operano in territori da decenni minacciati dall’inquinamento industriale, dal malgoverno e dalla svendita del territorio e dei beni culturali.
Per questo, vi chiediamo di sostenere la raccolta fondi in favore di Legambiente Sicilia, attraverso una donazione sul conto corrente con il seguente Codice Iban:  IT56B0200804610000102308987 si potrà aiutare Legambiente Sicilia a estinguere il debito di 18.000 euro per la condanna subita e con essa tutte quelle associazioni, comitati, gruppi di cittadini impegnati nella coraggiosa battaglia per i beni comuni.
Dobbiamo far sentire la voce del Paese della speranza nel cambiamento, delle coscienze per i beni comuni aggrediti e minacciati, lottare per una giustizia di garanzia in un mondo che vogliamo continuare a cambiare. Non intendiamo in alcun modo abbandonare il campo, rinunciare all’azione in tutte le sedi politiche e giudiziarie che per le Associazioni Ambientaliste e le ‘formazioni sociali” richiamate dall’Art. 2 della Costituzione, rappresenta un mezzo irrinunciabile per affermare gli interessi primari della collettività, della Salute (art.32 della Costituzione), della Cultura e del Paesaggio (art.9 della Costituzione) e per i cittadini una garanzia democratica fondamentale.