TTIP CETA

Il CETA comincia ad attivare le sue commissioni tecniche inaccessibili a cittadini e eletti.

Nonostante si sia riusciti a fermarne finora la ratifica, almeno in Italia, grazie a una potente campagna di pressione insieme a organizzazioni, oltre a Legambiente, come Coldiretti, CGIL , Arci, Arcs, Ari, Assobotteghe, Attac, CGIL, Fairwatch, Greenpeace,  Movimento Consumatori, Navdanya International, Slowfood, Terra! e Transform, il CETA comincia ad attivare le sue commissioni tecniche inaccessibili a cittadini e eletti. In una di esse, il “Comitato congiunto sulle misure sanitarie e fitosanitarie”, convocato a Ottawa il 26 marzo, si comincia a discutere della modifica di standard e regolamentazioni che difendono i nostri diritti a spese del commercio. Come si può leggere chiaramente dal documento ottenuto dalla Campagna StopTTIP/StopCETA, si delega a un gruppo di presunti portatori di interessi ed esperti, scelti non si sa come, il confronto su come armonizzare, abbassare, cancellare standard e regole inerenti la qualità dei prodotti alimentari o l’utilizzo di sostanze chimiche come i fungicidi.

Un’ulteriore deriva che allontana le scelte più delicate e impattanti dagli occhi scomodi dei cittadini, nonostante siano proprio questi ultimi a subirne le eventuali conseguenze.

Per questo, la Campagna Stop TTIP/Stop CETA lancia due richieste urgenti:

  • la prima ai parlamentari europei più impegnati, perché convochino la Commissione UE in audizione chiedendo spiegazioni sui contenuti di questo incontro e la piena trasparenza degli argomenti trattati;
  • la seconda ai neoeletti parlamentari italiani. Molti di loro hanno firmato il decalogo “#NoCETA – #Nontratto”, per la costituzione di un gruppo interparlamentare Stop CETA. Ora esercitino il diritto al controllo in nome e per conto degli italiani, chiedendo conto al Governo ancora in carica e al Ministero dell’Agricoltura di quali indicazioni, richieste ed eventuali veti si è fatto interprete davanti alla Commissione Europea.

Che il loro intervento sia improrogabile lo dimostra il capitolo sui pesticidi dell’ultimo rapporto “Il CETA minaccia gli stati membri dell’UE“, pubblicato pochi giorni fa dal centro di studi legali ambientali europeo CIEL (Center for International Environmental Law). Secondo lo studio, infatti, l’applicazione dell’accordo porterà a una progressiva fluidificazione degli scambi commerciali in agricoltura, attraverso l’armonizzazione o la cancellazione di regole, molte delle quali a protezione dei consumatori e dell’ambiente. Uno scenario che, senza un controllo diretto da parte degli organismi eletti, rischia di diventare realtà.

Per approfondimenti e aggiornamenti consulta la pagina della Campagna Stop TTIP/Stop CETA della organizzazioni, reti, realtà e territori che si oppongono all’approvazione del Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti (TTIP).