COVID E NATURA: quello che abbiamo imparato in questi mesi

 

L’epidemia di Covid non è scoppiata per puro caso o per punizione divina.
Siamo noi uomini i veri responsabili di quanto è accaduto:
abbiamo invaso e distrutto ecosistemi,
abbattuto foreste,
alterato equilibri biologici,
entrando a contatto con specie animali, virus e batteri.”
Ilaria Capua

La virologa padovana Ilaria Capua è stata fra i primi a indicare un nuovo approccio al concetto di salute e malattia, osservando a 360 gradi l’uomo e il suo impatto sulla natura, evidenziandone le correlazioni.

Della stessa opinione è anche una gran parte della comunità scientifica internazionale, che sostiene come nella maggior parte dei casi è stato il nostro comportamento a permettere alle malattie degli animali di arrivare fino a noi.

L’ebola, l’influenza aviaria, la sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers), la febbre della Rift Valley, la sindrome respiratoria acuta improvvisa (Sars), il virus del Nilo occidentale e il virus Zika sono tutte malattie trasmesse all’uomo dagli animali. Tanto che l’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, ha lanciato un accorato appello in tal senso, dichiarando che la rapida successione di queste emergenze sanitarie che stiamo affrontando è a tutti gli effetti “un avvertimento della natura”

coronavirus

Sembra che anche il nuovo governo abbia finalmente preso atto della necessità di ripensare alle ricadute ambientali delle politiche di indirizzo pubblico, tanto da istituire, per la prima volta, un Ministero alla transizione ecologica. Questo rappresenta un’evoluzione e un rafforzamento del ministero dell’Ambiente: gestirà direttamente funzioni in materia di politica energetica e avrà competenze su rinnovabili, decarbonizzazione, efficienza energetica, ricerca e nuove tecnologie energetiche clean, mobilità sostenibile, piano idrogeno e strategie di settore, decommissioning nucleare, transizione sostenibile delle attività di ricerca e produzione di idrocarburi, tutte competenze in precedenza gestite dal Ministero dello sviluppo economico.

Su scala locale vogliamo ricordare in proposito che il circolo Legambiente medio Brenta APS, associazione di volontari attivi in prima persona per tutelare e promuovere l’ambiente in cui viviamo, in occasione delle ultime elezioni amministrative aveva lanciato un appello a tutti i candidati sindaci affinchè si impegnassero a istituire una delega “pesante” -vale a dire con assegnazione di fondi e personale- in capo al sindaco o vicesindaco di “contrasto alle attività climalteranti e per la definizione di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici”, finalizzata a vagliare ed orientare ogni singola scelta amministrativa:

  • garantendo una consulenza ambientale preventiva, a disposizione di assessori e tecnici comunali
  • formulando pareri preventivi obbligatori in grado di quantificare il “grado di compatibilità ambientale” di ogni decisione dell’amministrazione, introducendo in questo modo un nuovo criterio di orientamento alle scelte capace di superare il solo risparmio economico.

Una proposta forte, radicale e qualificante, che riproponiamo a maggior ragione oggi, perché permette di istituzionalizzare e rendere efficace da subito in ogni singolo provvedimento amministrativo la volontà di scegliere, determinare e mantenere nel tempo un reale approccio ambientale a tutto campo.