Il silenzio di gennaio

Siam ormai a gennaio, un gennaio un po’ anomalo.

Mi incammino per l’orto e guardo il mio caro melo (varietà “Gelata”) che indossa ancora quasi tutte le foglie dell’anno scorso, per terra scorgo qua e là del tarassaco e gli Occhi della Madonna in fiore e sento il ronzio delle api che da un anno ospito. Ormai sono in attività, seguono la fioritura dei noccioli e di quel che riescono a trovare in giro (le si vede perfino sul calicantus).  

Api su calicantus

Api su calicantus

Passando in orto mi ricordo dei radicchi che non si sono mai chiusi. Sono passati pochi mesi da quando, fiducioso, riponevo la mia speranza in un inverno freddo, che ghiacciasse la terra. Un inverno che nella profondità della terra coltivasse i migliori frutti per l’anno a venire. Anche quest’anno, tranne qualche giorno, non è stato un inverno “rigido”. Anche se sembra che in inverno le piante si riposino non è così. D’inverno le piante lavorano eccome e ce ne possiamo render conto a partire da quanto succede in autunno. In autunno cadono le foglie. Le piante lasciano il loro abito estivo per ritirarsi pian piano nell’intimità della terra e lì, proprio in inverno, quando ghiaccia e fa freddo, lavorano per foggiare un nuovo “abito” per la primavera e per l’estate. Quel che succede d’inverno è anche ciò che la pianta racconterà in primavera e in estate.

Poi, proseguendo la mia camminata lungo i bordi del campo, scorgo le cinciallegre, che in genere svernano da altre parti (non son certo migratori ma comunque d’inverno si spostano). Se ne stanno sui rami nudi degli alberi della siepe e rallegrano la vista di chi le guarda. Sono ormai arrivato alla fine del campo, mi fermo sotto un grande pioppo e ascolto. Ascolto un suono diverso da quello dell’inverno. Di solito si sente come d’esser in un immenso mare silenzioso. Di solito si sente la vicinanza delle montagne che, nelle belle giornate d’inverno, appaiono come possenti figure all’orizzonte. Oggi mi sembra di sentire solo il brusio delle auto in lontananza.

Poi tornando verso l’orto mi accorgo, passando vicino al pollaio, che una gallina è in cerca di un luogo dove covare. Anche questo è strano in genere si arriva a marzo per le cove.

Ecco che mi ritrovo a guardare l’ora, ne è passato di tempo. Volevo sentire il silenzio di questo gennaio ed ora devo tornare a preparare la terra per le semine.

Wanderer above the sea of fog - Caspar David Friedrich

Wanderer above the sea of fog – Caspar David Friedrich