Un appello per approvare subito la legge che vieta le microplastiche nei cosmetici: generano un inquinamento incalcolabile e irreversibile. 

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Chi ha avuto modo di seguire i nostri corsi di cosmesi naturale sa che in commercio ci sono molti saponi, creme, gel e dentifrici che contengonoal proprio interno frammenti o sfere di plastica di dimensione inferiori a 5 millimetri.

L’industria cosmetica utilizza queste microplastiche come agente esfoliante o additivo in diversi prodotti di uso quotidiano: il problema è che queste microplastiche non vengono trattenute dai sistemi di depurazione e finiscono così direttamente in mare generando un inquinamento incalcolabile e irreversibile.

Il rapporto Frontiers 2016, rilasciato dall’UNEP, inserisce l’inquinamento da microplastiche negli oceani tra le sei minacce ambientali emergenti. Molti studi confermano che una volta in mare queste vengono ingerite dalla fauna, assieme alle sostanze tossiche accumulate. Il rischio è anche lo squilibrio della catena alimentare: pesci e molluschi contaminati da plastica e inquinanti possono finire così sulle nostre tavole.

Per questo Marevivo, Legambiente, Greenpeace, Lav, Lipu, MedSharks e WWF, lanciano l’appello #Faidafiltro, per chiedere al presidente del Senato Pietro Grasso e a tutti i Senatori di approvare al più presto la proposta di legge per la messa al bando delle microplastiche nei cosmetici, già licenziata dalla Camera un anno fa. Le associazioni chiedono di seguire la strada già tracciata da molti altri paesi che si stanno adoperando per implementare normative adeguate contro questi inquinanti, tra cui gli Stati Uniti, che hanno proibito la produzione di cosmetici contenenti microplastiche da luglio 2017.

Laura Gregnanin, nostra docente di cosmesi naturale, nel suo blog cosmesi e dintorni spiega molto bene di cosa si tratta: i microgranuli sono microsfere di polietilene molto utilizzate nei prodotti per la cura della persona quali detergenti esfolianti, gel per la doccia, dentifrici, scrub. Il polietilene (PE) ha formula chimica (-C2H4-)n dove n può arrivare ad alcuni milioni: si formano pertanto lunghissime catene più o meno ramificate.

IL PE è una resina:

  • Termoplastica (acquista malleabilità, cioè rammollisce, sotto l’azione del calore; può essere modellata o formata in oggetti finiti e quindi per raffreddamento torna ad essere rigida; tale processo può essere ripetuto tante volte);
  • Si presenta come un solido trasparente (forma amorfa) o bianco (forma cristallina);
  • Con ottime proprietà isolanti ed è stabile chimicamente;
  • Molto economica;
  • Si ottiene dall’etilene (temperatura e pressione ambiente è un gas incolore, estremamente infiammabile, dal lieve odore dolciastro)
  • Non è biodegradabile: nell’ambiente, soprattutto nelle acque, la plastica persiste per centinaia di anni e in questo lasso di tempo si disintegra in particelle molto sottili (fenomeno del break down) che vengono trasportate dalle correnti e che vanno a formare la Plastic Soup ossia il Brodo di Plastica.

Naturalmente anche in questo ambito le alternative sostenibili esistono, e già oggi alcune aziende hanno già optato la scelta di non utilizzare microbeads ma di impiegare altre sostanze ad azione esfoliante quali: semi di frutta polverizzati, sale marino, farina d’avena, riso, gusci di noce polverizzati, bambù, granuli di jojoba, acidi della frutta (AHA, BHA, PHA) ed enzimi di papaya (papaina) e ananas (bromelina)….tantissime soluzioni più ecosostenibili e biodegradabili per esfoliare la pelle!

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