Dati evidenti sulla presenza diffusa dei pesticidi nelle acque. Occorre puntare su un nuovo modello agricolo basato su qualità e biologico.

Forse non tutti sanno che il solo comparto agricolo italiano utilizza 130.000 tonnellate di pesticidi (1 tonnellata = 1.000 kg). Per aiutarvi a concretizzare il concetto pensate che 130.000 tonnellate sono pari a 17 volte il peso della tour Eiffel.

Non sono disponibili i dati di utilizzo di altri biocidi in altri ambiti. Complessivamente i principi attivi utilizzati sono circa 400, e in molti casi lo stesso prodotto contiene più principi attivi, mediamente 5.

Che fine fanno queste sostanze chimiche complesse, create per uccidere organismi viventi ritenuti dannosi per le coltivazioni? In gran parte li ritroviamo nelle acque superficiali dei fiumi e nelle acque di falda: ce lo dice ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente – con il suo dossier che raccoglie i dati su quasi 2 milioni di analisi e 36.000 campionamenti.

Il primo dato sconcertante è la vastità del fenomeno: nel 67% delle analisi sulle acque superficiali e nel 33,5% delle analisi sulle acque sotterranee è stata riscontrata presenza di pesticidi.

Fonte: ISPRA rapporto nazionale pesticidi nelle acque dati 2015-2016. Edizione 2018

Fonte: ISPRA rapporto nazionale pesticidi nelle acque dati 2015-2016. Edizione 2018

 

Ancora più preoccupante è la situazione in Friuli, Veneto, Piemonte e  in provincia di Bolzano: qui la presenza di pesticidi viene riscontrata nel  90% delle analisi. Nei campioni analizzati sono state riscontrate 259 sostanze diverse e nel 23.9% dei casi dei campioni delle acque superficiali i valori sono risultati superiori ai limiti di legge (l’8,3% delle acque sotterranee).  Ma i dati ci segnalano che  è sempre più evidente la presenza di miscele, con un numero medio di circa 5 sostanze e un massimo di 55 sostanze in un singolo campione: proprio questo mix di sostanze continua a rappresentare una grave incognita sui reali effetti dei pesticidi sulla salute e sull’ambiente nel lungo termine.

Tra i contaminanti più diffusi nelle acque superficiali ritroviamo il glifosate, un erbicida tra i più diffusi al mondo al quale il nostro circolo ha dedicato più di una occasione di approfondimento in questi anni. Nelle acque sotterranee si continua a riscontrare ancora presenza di atrazina, sostanza vietata dagli anni ’80 ma che si degrada molto lentamente.

Fonte: ISPRA rapporto nazionale pesticidi nelle acque dati 2015-2016. Edizione 2018

Fonte: ISPRA rapporto nazionale pesticidi nelle acque dati 2015-2016. Edizione 2018

 

Siamo ben distanti dagli obiettivi di buon stato chimico delle acque superficiali previsti dalla legislazione europea. Consci della vastità del fenomeno, da anni siamo impegnati anche a livello locale per imprimere una consapevole svolta verso la conversione biologica dell’agricoltura. Nell’immediato  la cosiddetta “agricoltura di qualità”, oltre al chilometro zero e alla sostenibilità della filiera, deve puntare a eliminare i pesticidi, da subito, con l’introduzione di tecniche e metodi di produzione già disponibili e praticabili che riducano drasticamente l’uso di prodotti fitosanitari, a partire dai siti Natura 2000 e delle aree naturali protette.

Se anche tu vuoi unirti a noi per questa battaglia di civiltà a favore di un modello agricolo basato su produzioni attente alla sostenibilità ambientale e alla salute umana contattaci: con il tuo impegno sapremo abbassare rapidamente quel peso insostenibile, ricordato a inizio articolo, che grava su di noi, le altre specie viventi e le future generazioni.

Puoi trovare i dati completi del dossier Rapporto nazionale persticidi nelle acque 2015-2016- edizione 2018, a questo link.

 

Fonte: ISPRA rapporto nazionale pesticidi nelle acque dati 2015-2016. Edizione 2018

Fonte: ISPRA rapporto nazionale pesticidi nelle acque dati 2015-2016. Edizione 2018