Marcia della pace e della fraternità Perugia-Assisi 10 ottobre 2021

Testata PerugiAssisi 2021

“Non basta parlare di pace. Uno ci deve credere. E non basta crederci. Uno ci deve lavorare”.

Eleanor Roosevelt

 

 

Il 10 ottobre 2021 anche i soci e i simpatizzanti del circolo Legambiente medio Brenta saranno tra le decine di migliaia di persone che torneranno a marciare da Perugia ad Assisi per la pace e la fraternità. Ci teniamo ad esserci a questo appuntamento che non è rituale ma sostanziale: convocata per la prima volta sessant’anni fa su iniziativa del filosofo Aldo Capitini –  tra i primi in Italia a teorizzare il pensiero nonviolento – ha rappresentato il fulcro attorno al quale è cresciuto il movimento pacifista italiano.

E proprio all’interno dell’esperienza del movimento pacifista e nonviolento Legambiente ha sempre lavorato per far emergere la stretta correlazione tra pace, giustizia sociale e tutela e cura dell’ambiente, una correlazione che si palesa in modo sempre più evidente in questi ultimi mesi.

La pandemia ancora in pieno corso, la crisi sociale ed economica che colpisce in modo sempre più pesante i più poveri e i vulnerabili,  l’urgenza di far pace con il clima e con la terra per contrastare la crisi climatica, il proliferare di conflitti armati e la costante crescita degli arsenali militari confermano la necessità di trovare occasioni per far conoscere ai cittadini – e proporre all’agenda della politica a tutti i livelli, dal locale al globale- nuove prospettive per le soluzioni alle grandi sfide che ci attendono: dobbiamo sviluppare una mentalità e una cultura della pace, che inizia con il  “prendersi cura”, capace di sconfiggere l’indifferenza, lo scarto e la rivalità che purtroppo prevalgono. E che abbia il coraggio di aprire una seria ed approfondita discussione sulle spese militari e sugli vani obiettivi di pacificazione dei conflitti attraverso l’intervento militare, valutandone in tutti gli aspetti i risultati ottenuti (vedi qui, ad esempio, un rapporto sul costo della presenza militare del contingente italiano in Afganistan): perché da decenni sosteniamo e dimostriamo che ci sono altre modalità per essere d’aiuto alle popolazioni, ripristinare la legalità, riappacificare gli uomini.

Cura delle giovani generazioni, cura della scuola, cura degli altri, cura del pianeta, cura del bene comune e dei beni comuni, cura dei lavori di cura, cura della città, cura dei diritti umani, cura della democrazia,… C’è bisogno di una politica e un’ economia della cura. Sarà questo lo slogan di questa edizione della marcia.

Stiamo raccogliendo le iscrizioni per organizzare il servizio di trasporto fino ad Assisi: segnalaci la tua presenza inviando una mail a [email protected] oppure tramite messaggio sms o whatsapp al n. 3474936232.

 

LA GUERRA NON ERA LA RISPOSTA.

Intervento di Flavio Lotti, storico animatore della Tavola della Pace e Marco Mascia, del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova

La guerra non era la risposta. Non si doveva fare. C’era un altro modo per reagire. Si sarebbero evitate migliaia di altre stragi, altri 241.000 morti, altre centinaia di migliaia di feriti, la diffusione del terrorismo nel mondo… una impressionante, incommensurabile scia di sangue e sofferenze di gente innocente.

Lo abbiamo scritto, detto, gridato sin dal primo giorno dopo la strage dell’11 settembre. Ma siamo stati ignorati, zittiti, censurati, attaccati. Non è successo solo 20 anni fa. E’ successo per 20 anni. E succede anche ora che tutti possono vedere il drammatico, disastroso fallimento della guerra in Afghanistan. (…ma in Iraq e in Libia non è diverso) Queste idee, queste voci non devono circolare. Certe verità non si devono dire.

L ’11 settembre 2001 stavamo organizzando la marcia della pace PerugiAssisi, alla quale parteciparono più di 300 mila persone. 20 anni dopo stiamo organizzando un’altra marcia della pace PerugiAssisi. Per questo ci chiamano illusi. La sola realtà che conoscono è quella che inseguono e che ci sta portando al disastro.

Peggio. 20 anni fa, quando dicemmo che la risposta americana agli attentati dell’11 settembre era sbagliata, illegale e pericolosa fummo trattati come traditori perché erano i giorni in cui tutti dovevamo stare con gli americani.
Ma i veri amici ti dicono quando stai sbagliando.
Per più di 10 anni abbiamo lavorato assieme ai familiari delle vittime dell’11 settembre che avevano rifiutato la logica della vendetta. Anche loro hanno subito lo stesso trattamento.
20 anni fa, a partire dal 12 settembre, abbiamo indicato un altro modo per combattere il terrorismo e costruire un mondo più sicuro. Non era una proposta ispirata da nobili ideali (per quanto meritevoli di rispetto) ma coerente con il disegno delle madri e dei padri fondatori delle Nazioni Unite: la via della legalità e della giustizia penale internazionale. Per venti anni l’abbiamo costantemente riproposta, cogliendo ogni opportunità e segno dei tempi. Oggi continuiamo a farlo, nella consapevolezza che è la sola alternativa alla barbarie, alla legge della giungla, alla deflagrazione totale.

Viviamo in un mondo estremamente fragile. Tutto è interconnesso e vulnerabile: la sicurezza, l’economia, il clima, le nostre vite,… 20 anni fa eravamo 6 miliardi. Oggi siamo quasi due miliardi in più. Abbiamo un solo modo per evitare il peggio. Abbandonare la via della guerra infinita, della guerra di tutti contro tutti. Restituire spazio e dignità alla politica e alla democrazia. Riprendere la via dell’Onu, della legalità internazionale, del dialogo politico, del diritto dei diritti umani e impegnarci tutti assieme a sciogliere, uno dopo l’altro, tutti i nodi che ci stanno rendendo la vita impossibile. Prendendoci cura gli uni degli altri e dell’ambiente.
Non è necessario essere pacifisti. Basta essere realisti.
Domenica 10 ottobre uniamo le nostre voci. Contro la cultura e la politica della guerra, dell’individualismo e dell’indifferenza diciamo insieme “I Care”, voglio fare la mia parte!