Anche Legambiente aderisce al tavolo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica chiedendo il bando della produzione, commercializzazione e uso di tutti i prodotti fitosanitari a base di glifosato.

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Definito quest’anno dallo Iarc (International agency for research on cancer), l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms, sicuro cancerogeno per gli animali e fortemente a rischio anche per l’uomo, il Glifosato è il pesticida più utilizzato al mondo.

Le 17 associazioni aderenti al tavolo chiedono inoltre alle Regioni di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere da qualsiasi premio nei PSR -Programma di Sviluppo Rurale -le aziende che ne facciano uso

La pericolosità del Glifosato per persone, piante e animali è ampliata dal fatto di essere largamente utilizzato non solo in agricoltura ma anche per la pulizia delle strade e delle ferrovie e presente nei prodotti per il giardinaggio e l’hobbistica. Anche i bambini possono essere esposti al pericolo del Glifosato durante le erogazioni in aree pubbliche come scuole e giardini. Inoltre, risulta presente, secondo dati internazionali, nell’acqua; in Italia, secondo il report “Pesticidi nelle acque” dell’Ispra, è la sostanza che più spesso supera i limiti delle soglia fissata dalla legge, insieme al suo metabolita (ossia il prodotto dalla degradazione del Glifosato) di nome Ampa.

Qui il link al manifesto “STOP glifosato” sottoscritto da Legambiente

Le alternative al Glifosato ci sono, e vanno rese note e incentivate sia in agricoltura che per la manutenzione del verde pubblico. Si tratta di buone pratiche agronomiche ecologiche, a partire dai metodi di coltivazione biologici e biodinamici, che risultano sostenibili anche nel rapporto costi-benefici, sia a breve che a medio termine.