Approvata la legge per i Piccoli Comuni, con meno di 5.000 abitanti: uno strumento per migliorare la qualità della vita dei cittadini e generare competitività

Un’idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di piccoli territori e  comunità.

E’ questo il presupposto da cui parte la legge approvata finalmente a fine settembre, ed è una visione sulla quale Legambiente si è spesa molto negli ultimi vent’anni, impegnata proprio per valorizzare borghi e piccoli comuni: ricordiamo in particolare le campagne nazionali “voler bene all’Italia e piccola grande Italia attraverso le quali si è dimostrato come queste piccole realtà siano uno straordinario laboratorio d’innovazione, un mosaico di ricchezze e di talenti, che possono andare a formare un’ importante rete di esperienze di qualità e di conservazione delle eccellenze. 

piccoli comuni

La legge approvata considera i nostri 5.567 Piccoli Comuni, quelli con meno di 5.000 abitanti:  oggi rappresentano circa il 70% dei 7.978 comuni italiani, oltre il 50% del territorio nazionale, e sono abitati da quasi 10 milioni di cittadini pari al il 16% circa della popolazione italiana (dati ISTAT aggiornati al 01.01.2017). In veneto sono 303 su 575 pari al  52% e sono abitati da 762.000 persone, il 15,5% della popolazione residente in veneto, per la gran parte concentrati nella fascia pedemontana e in provincia di Belluno.

Questo provvedimento vuole essere l’elemento di congiunzione tra opportunità di innovazione, recupero e salvaguardia dei territori, coesione sociale, sostenibilità ambientale e promozione della bellezza (un altro dato significativo: nei Piccoli Comuni vengono prodotti il 93% delle DOP e degli IGP, e il 79% dei vini più pregiati)

Grazie agli strumenti attivabibili dalla normativa i piccoli comuni potranno costituire una straordinaria opportunità per l’Italia e rappresentare un modello di sviluppo sostenibile, generando un’economia più a misura d’uomo, che punta sulle comunità e i territori, sull’intreccio fra tradizione e innovazione, su vecchi e nuovi saperi.

 

Logo voler bene

La legge prevede misure di incentivazione e defiscalizzazione (sono già a disposizione 155 milioni di euro) e individua parametri precisi per la loro ripartizione selettiva in base a criteri di criticità presenti: ad esempio considerando i comuni collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico; i comuni caratterizzati da marcata arretratezza economica; i comuni nei quali si è verificato un significativo decremento della popolazione residente rispetto al censimento del 1981; i comuni caratterizzati da condizioni di disagio insediativo, sulla base di specifici parametri definiti in base all’indice di vecchiaia, alla percentuale di occupati rispetto alla popolazione residente e all’indice di ruralità.

Gli incentivi sono destinati al finanziamento di interventi di manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell’ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico; interventi per la messa in sicurezza di strade, scuole ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico; offrono la possibilità di acquisire terreni ed edifici in abbandono nelle zone di particolare pregio architettonico-culturale, da riqualificare rispettando le tipologie delle strutture originarie; prevedono procedure semplificate per l’ acquisizione di case cantoniere da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo.

Altri fondi andranno per la progettazione e la realizzazione del sistema nazionale di ciclovie turistiche, itinerari turistico-culturali ed enogastronomici, con la possibilità di acquisire binari dismessi da utilizzare come piste ciclabili; per il ripristino dei cammini storici che collegano i piccoli comuni; per i prodotti tipici locali, con misure a sostegno dei prodotti locali e per l’isitituzione di aree specifiche per la realizzazione di mercati agricoli con vendita diretta; e ancora per l’incentivazione della filiera corta e la valorizzazione delle attività pastorali di montagna finalizzate alla produzione di formaggi di qualità.

Ma la legge si occupa anche dei servizi, spesso carenti o inesistenti in queste piccole realtà: viene prevista ad esempio la possibilità per i centri in cui non ci sono uffici postali di pagare bollette e conti correnti presso gli esercizi commerciali; si potranno istituire, anche in forma associata, centri multifunzionali per la fornitura di una pluralità di servizi in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, oltre che per attività di volontariato e culturali. Le aree per le quali non vi è interesse da parte degli operatori a realizzare reti di connessione veloce e ultraveloce possono essere destinatarie delle risorse previste, in attuazione del piano per la banda ultralarga del 2015. La connessione veloce permetterà il collegamento delle scuole poste in tali aree, l’informatizzazione e la progressiva digitalizzazione delle attività didattiche e amministrative. E’ inoltre prevista una intesa tra ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani- e FIEG – Federazione Italiana Editori Giornali – per garantire la vendita dei quotidiani anche nei piccoli comuni e un’intesa ANCI e film commissions regionali per una valorizzazione turistica e culturale anche  attraverso il cinema.

voler-bene allItalia

 

Insomma una legge che prevede misure concrete per l’economia di tanti piccoli comuni italiani in chiave sostenibile e tecnologica, per contrastarne lo spopolamento e superare il gap di servizi rispetto ai comuni più popolosi, garantendo cura e presidio di una vasta parte di territorio nazionale ricco di patrimonio naturale, rurale, storico, culturale e architettonico: quel “made in Italy” apprezzato da tutti che, nel mondo globalizzato, può permetterci di competere mantenendo solide radici, innovando senza cancellare la nostra identità.

Scarica qui l’8° dossier nazionale PICCOLI COMUNI