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Il 2014 è stato un altro anno all’insegna dell’inquinamento: le città venete si confermano soffocate dal particolato atmosferico.

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I dati prodotti dai campionamenti Arpav nel corso del 2014 mostrano come ben 6 capoluoghi di provincia su 7 abbiano sforato il numero annuo di superamenti giornalieri consentiti, fissato a 35 per il PM10 dal D.lgs. 155/2010. Nonostante l’effetto risanatore delle piogge, particolarmente frequenti ed abbondanti, la salute di bambini, anziani e di tutti coloro che soffrono di patologie pneumologiche e cardiologiche è stata ripetutamente messa a repentaglio.

A Padova le poveri sottili (PM10) si sono attestate a 56 superamenti del limite giornaliero di 50 μg/m3, a cui vanno sommati i superamenti dei limiti dell’ozono, (almeno 34 giorni contro i 25 massimi ammessi), ed altri valori fuorilegge anche per altri inquinanti: PM2.5, Biossido di azoto, Benzo(a)pirene.

Effetti sulla salute degli inquinanti

immagine malaria

I dati di campionamento provengono principalmente dalle centraline fisse del capoluogo ma campagne di rilevamento effettuate negli scorsi anni anche dal nostro circolo rivelano che il problema è presente, con valori sostanzialmente in linea con quelli del capoluogo, anche nei comuni della cintura.

Per questo continuiamo a chiedere di investire nella mobilità dolce (piste ciclabili e percorsi urbani in sicurezza ed integrati), di potenziare il trasporto collettivo costruendo reti di trasporto metropolitano e regionali integrate, mettendo a regime i servizi ferroviari suburbani nell’area centrale veneta, e il potenziamento del servizio urbano di autobus (soprattutto rendendolo più frequente) aumentando radicalmente le corsie preferenziali, che farebbero guadagnare velocità commerciale: secondo APS 2 km/h in più valgono almeno 1 milione di riduzione dei costi.