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E’ di questi giorni la notizia della richiesta di installazione delle prime antenne per la tecnologia 5G sul nostro territorio: gli scenari che si apriranno con lo sviluppo di questa tecnologia modificheranno probabilmente il livello di esposizione complessivo della popolazione a seguito di importanti cambiamenti nell’architettura della rete.

È importante, quindi, adottare un approccio fortemente cautelativo, in linea con quanto messo in evidenza dalla ricerca scientifica. In Italia abbiamo una buona normativa nazionale sulle esposizioni elettromagnetiche, che ingloba il principio di precauzione stabilendo limiti molto più bassi del resto dei paesi europei: su questo punto, però, chiediamo il ripristino della norma che impone la misurazione dei campi elettromagnetici sulla media dei 6 minuti nelle ore di maggior traffico telefonico e non sulla media delle 24 ore, come attualmente previsto.

Per mettere in pratica questo approccio è indispensabile operare su più livelli:

– a livello nazionale chiediamo siano potenziate risorse, formazione e strumentazione tecnica alle ARPA affinchè possano svolgere adeguatamente i dovuti controlli operativi ed abbiano a disposizione tempi ragionevoli per le autorizzazioni preventive: va bene accelerare gli iter autorizzativi, ma chi controlla deve avere il tempo materiale per farlo. Vanno inoltre adottate misure per favorire e implementare la ricerca scientifica indipendente volta a valutare gli impatti sulla salute dell’uomo e degli altri esseri viventi, in particolare per le frequenze millimetriche oltre i 26 GHz che caratterizzano lo standard del 5G

– a livello locale chiediamo che i nostri sindaci adottino regolamenti comunali per la corretta pianificazione di vecchie e nuove antenne di telefonia mobile, in coordinamento e in collaborazione con ARPAV, per una pianificazione urbanistica tesa alla minimizzazione dei valori di campo elettromagnetico, individuando i siti sensibili da salvaguardare e attivandosi per convertire ad una connessione via cavo tutti quei luoghi, a partire da scuole e pubblici uffici, che per motivi vari oggi sono connessi da wi-fi ma la cui cablatura è tecnicamente realizzabile. Su questo aspetto riteniamo possa giocare un ruolo fondamentale anche la Regione, stanziando appositi fondi e adottando linee guida regionali sulla scorta di quanto avvenuto, ad esempio, nella regione Puglia.

– a livello di cittadinanza adottando tutti i comportamenti quotidiani finalizzati al corretto uso del cellulare per la minimizzazione del rischio, come da “Decalogo sull’uso corretto del cellulare” che potete scaricare QUI

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