Anche Legambiente tra i promotori della raccolta firme a livello europeo che si prefigge il cambiamento delle politiche europee sui migranti chiedendo esplicitamente di intervenire su tre punti fondamentali

Nel dettaglio:

  • Salvare vite non è reato.  Vogliamo decriminalizzare la società
  • Liberi di accogliere i rifugiati. Vogliamo creare passaggi sicuri
  • I diritti umani sono inviolabili. Vogliamo proteggere le vittime di abusi

Legambiente, insieme a tanti altre associazioni e realtà impegnate nel sociale tra cui  Oxfam,  ActionAid, A Buon Diritto, Acli e Arci , è tra i promotori di una iniziativa che ha come tema il cambiamento delle politiche europee sui migranti. Si chiama “Welcoming Europe, Per un Europa che accoglie”‎ e si pone l’obiettivo di raccogliere un milione di firme in almeno 7 Stati europei entro febbraio 2019. E’ un ICE, ossia una iniziativa dei cittadini europei, uno strumento di democrazia partecipativa con cui si invita la Commissione europea a presentare un atto legislativo in materie di competenza Ue.

Di fronte ai fallimenti e alle enormi difficoltà dei governi nazionali nella gestione dei flussi migratori, l’obiettivo di “Welcoming Europe, Per un Europa che accoglie”‎ è affermare la volontà di tanti cittadini che chiedono un’Europa che non volti le spalle al Mediterraneo e ai problemi di chi è costretto a scappare da guerre e territori pericolosi e invivibili. Con la raccolta firme si chiede alla Commissione europea di intervenire con urgenza su una materia fondamentale e delicata per il futuro dell’umanità.

Le richieste in particolare riguardano tre importanti questioni come la decriminalizzazione di qualsiasi intervento di solidarietà o aiuto dei migranti (L’Italia è ancora il paese dove esiste il reato di clandestinità), la creazione di corridoi umanitari e programmi di sponsorship rivolti ai rifugiati, e la protezione delle vittime di abusi, sfruttamento e violazioni dei diritti umani

LA PROPOSTA

SALVARE VITE NON È REATO

Vogliamo decriminalizzare la solidarietà.

Si propone di riformare la direttiva c.d. “facilitazioni” 2002/90/CE – che definisce il favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno illegali – per impedire la criminalizzazione di atti umanitari da parte di volontari e attivisti nei confronti dei migranti come sempre più spesso accade.

LIBERI DI ACCOGLIERE I RIFUGIATI

Vogliamo creare passaggi sicuri e ampliare i programmi di sponsorship privata rivolti a rifugiati.

Si propone di modificare il Regolamento n. 516/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, che istituisce il FAMI (Fondo Asilo, migrazione e integrazione), per incrementare i fondi, modificare il sistema di finanziamento e allargare ad attori della società civile la possibilità di fare da sponsor per l’ingresso in Europa di rifugiati.

I DIRITTI UMANI SONO INVIOLABILI

Vogliamo proteggere le vittime di abusi e rafforzare i meccanismi di tutela e di denuncia nel caso di abusi, sfruttamento e violazioni dei diritti umani, in particolare nella gestione delle frontiere esterne.

Vogliamo garantire l’introduzione di canali di accesso per lavoro.

Si propone di implementare le misure già previste per garantire alle vittime di abusi, violenze, sfruttamento, al di là del loro status, accesso alla giustizia e una tutela effettiva e meccanismi accessibili ed efficaci di denuncia e ricorso. In particolare, nel caso di abusi da parte della Guardia di frontiera e costiera europea, dal personale degli stati membri o di paesi terzi coinvolti nelle operazioni ai confini esterni, per una gestione finalmente comune delle frontiere nel rispetto dei diritti umani. Si chiede inoltre di portare a compimento l’introduzione di canali di accesso per lavoro, anche non qualificato, a livello europeo.

 

CHE COS’È L’ICE

Il primo passo per l’avvio di un’ICE è la costituzione di un comitato organizzativo, denominato «comitato dei cittadini», composto da almeno sette persone residenti in almeno sette Stati membri diversi.

Prima di poter iniziare a raccogliere le dichiarazioni di sostegno dei cittadini, il comitato deve richiedere alla Commissione la registrazione dell’iniziativa. A tale scopo occorre presentare un documento indicante il titolo, la materia e una breve descrizione dell’iniziativa, con definizione della base giuridica proposta per il provvedimento normativo.

Una volta registrata l’iniziativa, gli organizzatori possono dare inizio alla raccolta delle dichiarazioni di sostegno, che deve concludersi entro 12 mesi. Le firme di sostegno possono essere raccolte in formato cartaceo o elettronico. Un regolamento definisce il sistema di raccolta. In Italia, oltre ai dati personali, è necessario indicare anche il numero di documento di riconoscimento (carta di identità o passaporto).

Perché sia valida in un dato Stato membri, il numero dei firmatari in quello Stato non deve essere inferiore al numero dei deputati al Parlamento europeo eletti in tale paese moltiplicato per 750 (per l’Italia 54.750). Una volta completata la raccolta, entro tre mesi, l’autorità nazionale competente – in Italia, il Ministero dell’interno – verifica la validità delle sottoscrizioni.

Successivamente, entro tre mesi dalla presentazione alla Commissione:

La Commissione incontra gli organizzatori per consentire loro di esporre in dettaglio le tematiche sollevate dall’iniziativa. Gli organizzatori presentano l’Ice in un’audizione pubblica presso il Parlamento europeo. La Commissione adotta una risposta formale in cui illustra le eventuali azioni che intende proporre a seguito dell’ICE e le sue motivazioni per agire o meno in tale senso. La risposta, che prende la forma di una comunicazione, è adottata dal Collegio dei commissari e pubblicata in tutte le lingue dell’Unione. Se la Commissione decide di presentare una proposta, prende avvio la normale procedura legislativa.

Per tutti gli approfondimenti ed esempi concreti in cui l’applicazione della normativa potrebbe favorevolmente intervenire vai sul sito della campagna welcomingeurope.it

Per firmare a sostegno della proposta “Welcoming Europe, per un’Europa che accoglie” clicca qui!

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